Evento epocale per Tesla Model Y a maggio 2024 in Europa: perché ha perso

Ippolito Visconti Autore News Auto
Dopo un boom senza precedenti, Musk con la sua Tesla assaggia per la prima volta il sapore orribile della sconfitta: evento epocale per Tesla Model Y.
Tesla Model Y

Dopo un boom senza precedenti nella storia automotive, che dura dal 2003, Elon Musk con la sua Tesla assaggia per la prima volta il sapore orribile della sconfitta: evento epocale per Tesla Model Y a maggio 2024 in Europa, numero 18 nel Vecchio Continente, con vendite crollate del 49% a 10.852 esemplari della Suv texana fatta nella Gigafactory di Berlino (fonte Dataforce su statistiche parziali in quanto mancano alcuni Paesi europei). A maggio 2023, era numero uno. Ci sono Case che stapperebbero bottiglie di champagne per ottenere questi risultati, ma per il costruttore statunitense trattasi di numeri orripilanti. Perché questi dati inguardabili?

Tesla Model Y

Evento epocale per Tesla Model Y: le ragioni del crollo

Uno. Lo sciopero in Svezia. I lavoratori portuali hanno bloccato le consegne del produttore di veicoli elettrici via nave nel Paese da dicembre 2023. Magari gli ordini ci sono pure, ma lì in Scandinavia i sindacati sono sul piede di guerra contro Musk. Il quale per tutta reazione si è irrigidito ancor più. Essendo una nazione ricca, con lo Stato che aiuta il cittadino dalla culla alla tomba, i lavoratori Tesla svedesi hanno tuttora un margine molto ampio: potranno incrociare le braccia senza ansia per mesi. Da capire se Elon cede o se trova un’alternativa: un’altra nazione che li sostituisca in toto. Lui fa così con dipendenti e manager. Con strutture lavorative gli serve tempo. Avevamo previsto tutto qui.

Due. Gli incentivi cancellati al 100% o parzialmente in Germania, Svezia e altrove. Senza ecobonus statali, la Tesla Model Y resta un mezzo non per tutti.

Tre. L’inflazione in Europa che spaventa, una possibile stretta creditizia, la diffidenza dei consumatori verso le elettriche, alimentata da una politica Ue contraddittoria: prima sì alle macchine a corrente, poi solo quelle occidentali, quindi i dazi.

Quattro. La riscoperta del motore a benzina. Anche nell’ibrido un po’ farlocco: metti una batteria qualsiasi, ci aggiungi il propulsore termico che fa andare la macchina, e dici che è un’ibrida.

Cinque. Le forti tensioni attorno alla GigaBerlin. Attivisti, ecotalebani, ecologisti infiltrati per creare caos, tutti riuniti nei pressi della Gigafactory tedesca, affinché questa non mangi altra foresta. Una pubblicità negativa verso Tesla, brutta, sporca, cattiva, che inquina l’ambiente e non rispetta la dea natura pensando solo al dio denaro. Queste le tesi dell’ultra sinistra germanica, peraltro in via di estinzione, come dimostrano le elezioni Ue di giugno.

Sei. Le paure sia dei privati sia delle società di noleggio e leasing riguardo al valore residuo della Y: temono di ritrovarsi in mano un usato che valga poco. Paure legittime in un mercato di seconda mano pieno di incognite.

La stoffa di Musk: è davvero un fuoriclasse?

Si attende la reazione di Musk alla disfatta. Succede a tutti di perdere, sia ai grandi imperi nella storia sia ai campioni dello sport. Elon è al bivio. Può innervosirsi e peggiorare le cose, dimostrando di essere stato una meteora. O può provare al pianeta di essere un fuoriclasse, estraendo dal cilindro una qualche trovata geniale per la sua Tesla Model Y. Aggredita da più parti e in futuro anche dalle cinesi.

Volkswagen alla carica: maggio d’oro

Al contempo, la piccola Suv VW T-Roc (+12% a 19.748) o la berlina compatta Golf (+28% 19.333) è la numero uno di maggio 2024 in Europa (mancan dati definitivi). E han mangiato qualche cliente a Tesla. Mentre la Dacia Sandero finisce terza. Da vedere il 4% restante nell’Unione europea, nei Paesi Efta e nel Regno Unito. Per la T-Roc una piacevole conferma. Per la Golf, il desiderio di tornare regina d’Europa, lì sul trono occupato per anni. Non c’è stato cannibalismo interno a Volkswagen, perché la ID.3 va poco. Le prime due rivoluzioni VW, Maggiolino e Golf, sono state formidabili: la terza, la ID.3, per ora un mezzo flop. Può anche darsi che Wolfsburg decida di spingere a mille la Golf, e non se ne parli più per qualche anno.

La Renault Clio quarta e la VW Tiguan quinta, con la Skoda Octavia a un passo. Un maggio sublime per il Gruppo VW con la sua galassia di marchi: quattro su sei dei primi sono suoi modelli. I posti dal settimo al decimo appartengono ai marchi Stellantis: Peugeot 2008, Citroën C3, Peugeot 208 e Opel/Vauxhall Corsa. Poi Kia Sportage.

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