Costruisci da me la tua fabbrica: quali Paesi Ue fanno a gara per persuadere le Case auto cinesi 

Ippolito Visconti Autore News Auto
Battaglia in Europa: i Paesi vogliono attirare le Case auto cinesi. L’urlo di guerra è “Costruisci da me la tua fabbrica”.
case auto cinesi

Battaglia in Europa: i Paesi vogliono attirare le Case auto cinesi. L’urlo di guerra è “Costruisci da me la tua fabbrica”. Come riporta la Reuters, l’Ungheria si è assicurata un investimento in una fabbrica dal colosso dei veicoli elettrici BYD lo scorso anno. I magiari, che hanno prodotto circa 500.000 veicoli nel 2023, si sono garantiti il primo investimento in una fabbrica europea da parte di una Casa cinese. E ora stanno negoziando con Great Wall Motor. Budapest fa da traino ed esempio. La Spagna si è guadagnata investimenti da Chery. Che inizierà la produzione nel quarto trimestre in un ex stabilimento Nissan a Barcellona con un partner locale. Si prevede che beneficerà del programma spagnolo da 3,7 miliardi di euro lanciato nel 2020 per attrarre impianti di veicoli elettrici e batterie. 

Chery in Italia può essere l’anti Stellantis

Il governo Meloni insiste con Dongfeng. Per la nazione della Grande Muraglia, questa può essere un’opportunità: se l’Unione europea dovesse svegliarsi d’improvviso e capire che Pechino sta vincendo, allora metterebbe i dazi, e a quel punto i costruttori orientali avrebbero modo di scavalacarli legalmente costruendo direttamente in Europa. Così da offrire anche lavoro, indotto incluso. I costruttori cinesi diverrebbero i nuovi dei nella terra del Vecchio Continente, dove la disoccupazione è uno psicodramma sociale.

Chery progetta una seconda struttura più grande in Europa, e ha tenuto colloqui con governi tra cui Roma, che è desideroso di attrarre una seconda casa automobilistica per rivaleggiare con Fiat (Stellantis).

L’Italia può attingere al suo fondo nazionale per l’auto, del valore di 6 miliardi di euro tra il 2025 e il 2030 di incentivi sia per gli acquirenti sia per i produttori di automobili. 

SAIC, proprietaria del marchio MG, punta a costruire due stabilimenti in Europa. Il primo, con sede in una struttura esistente, potrebbe essere annunciato già a luglio, mirando a una produzione annua fino a 50.000 veicoli. Il secondo verrebbe costruito da zero e produrre fino a 200.000 veicoli all’anno, ha aggiunto la fonte. Germania, Italia, Spagna e Ungheria erano nella lista delle località selezionate dalla SAIC, ha detto la fonte.

Cinesi in Europa, dove e perché

In Europa, le Case cinesi devono affrontare costi più elevati per tutto, dalla manodopera all’energia conformità normativa. Ma i costi per l’esportazione di automobili prodotte in Cina possono aumentare rapidamente e rappresentare una minaccia. Gianluca Di Loreto, della società di consulenza Bain & Company, ha affermato che un’auto da 15.000 euro prodotta in Cina richiede costi di spedizione e logistica tra 500 e 3.000 euro. I costruttori orientali potrebbero ritenere che i costi della manodopera nel Nord Europa siano troppo alti per essere competitivi, ha spiegato Di Loreto. Mentre più a sud, Italia e Spagna offrono costi di manodopera inferiori e standard di produzione relativamente elevati. Per i veicoli a basso costo, ha detto Di Loreto, le località attraenti includono l’Europa dell’Est e La Turchia, che attualmente produce circa 1,5 milioni di automobili all’anno, principalmente per l’UE, e ha tenuto colloqui con BYD, Chery, SAIC e Great Wall.

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Dazi Ue: il sollecito ai giganti

I costi di produzione per i produttori cinesi di veicoli elettrici tra cui BYD, Chery Automobile e SAIC Motor, di proprietà statale, è molto più bassa in patria: vendono a prezzi stracciati da loro. Quand’anche l’Ue piazzasse dazi, i cinesi farebbero profitti d’oro, hanno margini giganteschi. Sentiamo Di Loreto: “Le Case cinesi sanno che le loro auto devono essere percepite come europee, se desiderano suscitare interesse tra i clienti di quella zona. Ciò significa produrre in Europa”. Lo scorso anno le vendite di automobili di marca cinese rappresentavano il 4% del mercato europeo: si prevede che raggiungeranno il 7% entro il 2028, secondo la società di consulenza AlixPartners.

Per Leapmotor strategia diversa in Europa

La cinese Leapmotor utilizzerà la capacità esistente del partner franco-italiano Stellantis: ha scelto come stabilimento di produzione lo stabilimento di Tychy in Polonia. La quale ha programmi che attualmente sostengono più di 10 miliardi di dollari investimenti: uno a favore della transizione verso un’economia a zero emissioni; un altro che offre sgravi fiscali sul reddito, fino al 50% nelle regioni ad alto tasso di disoccupazione.

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